Un intervento di Disinfestazione zanzare Roma professionale avviene con macchinari, strumenti e sostanze chimiche, studiati appositamente per questo lavoro.
Prima però di ricorrere ad un lavoro di questo genere, capita soprattutto in ambito domestico che i nostri futuri clienti si cimentino in opere di allontanamento, cattura o eliminazione, mediante le tecniche più disparate. I gusci di noce spezzettati per allontanare le zanzare , il latte in un recipiente per attrarre ed imprigionare i serpenti, il borotalco per dissuadere le formiche, sono metodi sulla cui utilità siamo assolutamente scettici. È invece interessante trarre ispirazione da questi tentativi, e chiederci se sia possibile mettere a punto disinfestazioni o dissuasioni con sostanze altrettanto biologiche, anche se non di facilissima reperibilità, o addirittura con organismi vivi.
La natura ha infatti sviluppato infiniti metodi di lotta, o sarebbe meglio dire, di compensazione per equilibrare le dinamiche di popolazione di qualsiasi specie. Anche gli infestanti, quale che sia la loro natura, mammiferi, insetti o altro, hanno nemici naturali atti a contenerli. È proprio per questo motivo che quando una specie viene trasferita ad opera dell’uomo in un habitat sconosciuto, è possibile che vi conosca un successo esagerato, diventando infestante, proprio perché nel nuovo ambiente non trova i nemici naturali che altrove aveva.
Ovunque si indaghi, in tutti i regni degli esseri viventi, sono disponibili sostanze naturali in grado di comportarsi come efficaci alleati per la disinfestazione definitiva a Roma Tra le piante, l’evoluzione di migliaia di esse, immobili ed esposte agli attacchi dei fitofagi, insetti ma non solo, ha da sempre selezionato lo sviluppo di molecole in grado di tenere lontani o uccidere questi antagonisti. Il più antico rodenticida è da molti considerato il bulbo di una liliacea molto comune lungo le nostre coste. La scilla rossa (Scilla marittima) è appetita da topi e ratti che dopo averla morsa non possono più evitarne gli effetti letali.
Per questo i suoi bulbi venivano tradizionalmente lasciati nelle dispense a protezione delle derrate. Il compito che i vegetali hanno assolto meglio è lo sviluppo di nuovi insetticidi. Le prime piante insetticide che vengono in mente sono crisantemo e tabacco, dalle quali sono state estratte due molecole, rispettivamente il piretro e la nicotina, largamente studiate in chimica. In virtù di questo studio, abbiamo ora a disposizione decine di molecole sintetiche che ne replicano le modalità di azione, appartenenti alle famiglie dei piretroidi e dei nicotinoidi, molecole alle quali ricorre quotidianamente ogni disinfestatore. Più recente è l’interesse nei confronti del neem.
Il nome scientifico delle zanzare oggi accettato indica, mentre è stata invece abbandonata l’altra sua denominazione usciti dalla disinfestazione definitiva a Roma troppo vicina , l’albero dei rosari qua e là coltivato nei giardini italiani. Questo albero originario dell’India ha le proprietà più disparate, molte già sfruttate tradizionalmente dagli abitanti delle regioni dove l’albero cresce spontaneo.
Da alcuni decenni anche la nostra industria guarda con interesse a queste proprietà, cercando innanzitutto di orientarsi tra le decine di molecole che dai suoi tessuti sono state estratte. Il suo legname viene studiato negli Stati Uniti come materiale da costruzione resistente agli attacchi delle termiti. Dal punto di vista farmacologico essa è tradizionalmente utilizzata come antisettico ed insetticida.Tra le molecole per noi più interessanti, dalle foglie è stata estratta la nimbina, dotata di proprietà antisettiche che devono ancora essere del tutto chiarite.