Colorificio Milano

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Per aprire un negozio adibito a colorificio Milano dunque, non occorre sempre chiedere la licenza al Comune, ma è sufficiente (nei casi sopra elencati) inviare una comunicazione al sindaco del proprio Comune in cui si dichiari di rispettare la normativa vigente. La comunicazione deve essere inviata almeno 30 giorni prima dell’inizio dell’attività. Questa dichiarazione di inizio attività prende il nome di SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività – e deve essere inoltrata allo SUAP, lo Sportello Unico delle Attività Produttive, istituito presso il proprio Comune. Questo tipo di procedure sono le stesse utilizzate anche per aprire un B&B, ad esempio, e derivano da una volontà di snellire l’aspetto burocratico relativo alle attività commerciali. Quali sono i tipi di attività commerciale? Le attività commerciali si possono suddividere in tre tipi: esercizi di vicinato, con superficie di vendita non superiore ai 250 metri quadrati; medie strutture di vendita, con superficie di vendita non superiore ai 2500 metri quadrati; grandi strutture di vendita, con superficie di vendita al di sopra dei 2500 metri quadrati. Per le attività non alimentari, dunque, decade l’obbligo di iscrizione al REC (Registro Esercenti di Commercio), che era previsto per ogni tipo di attività dopo aver seguito un corso di formazione.

Meglio affidarsi ad Agenzie specializzate Colorificio Milano

Se la vostra intenzione, invece, è di aprire un’attività di colorificio Milano  che si occupi di commercio  (bar, ristorante, albergo) dovete ancora provvedere ad effettuare l’iscrizione al REC, oltre a frequentare il corso SAB (Corso per somministrazione Alimenti e Bevande) organizzato dalla Camera di Commercio oppure aver lavorato per almeno due anni, negli ultimi cinque, presso un’attività di vendita o produzione alimentare. A tal proposito, bisogna sempre ricordare che la normativa cambia anche in base alla Regione di appartenenza e, a volte, anche relativamente al Comune quindi è sempre bene informarsi perché alcune di queste potrebbero prevedere l’obbligo di frequentare un corso anche per attività non alimentari. In ogni caso, però, per aprire un negozio sono necessari dei requisiti ben precisi, tra i quali: non essere mai stati dichiarati falliti e nemmeno delinquenti abituali, non aver subito condanne che prevedono un periodo detentivo superiore ai tre anni, ottenere il benestare da parte della ASL per ciò che concerne l’agibilità dei locali.  Per aprire un negozio sarà poi necessario: aprire la partita IVA;  iscriversi alla CCIAA;  iscriversi all’INPS;  iscriversi all’Inail. Una volta che si è dato avvio all’attività, è necessario dare comunicazione a tutti gli enti. Dal 2010, però, è in vigore una procedura semplificata che permette di ricorrere alla Comunicazione Unica:

L’iter burocratico iniziale è un po’ lungo Colorificio Milano

I casti di apertura di un nuovo negozio possono variare al variare di diversi fattori: ad esempio in base alla città o alla tipologia di attività che si intende avviare, o ancora in base alla metratura del negozio che si è scelto di acquistare. La consapevolezza deve essere quella che inizialmente la spesa sarà nettamente superiore all’incasso, ma l’investimento potrebbe fruttare con gli anni a venire. Ulteriori costi legati all’apertura di un negozio riguardano l’apertura di una partita IVA (che di per sé non ha un costo), che prevede il fatto di dover consultare un commercialista, per il quale si dovrà considerare di spendere tra i 600 e i 1.000 euro annui. Inoltre, se non si possiede un locale di proprietà, sarà necessario affittarlo e prevedere anche dei costi per la ristrutturazione e l’allestimento del negozio. Volendo fare una stima approssimativa, possiamo pensare che andremo a spendere tra i 3.500 e i 5 mila euro complessivi.

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